Violenza sulle donne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La violenza contro le donne è un problema mondiale ancora non sufficientemente riconosciuto e denunciato, così come confermato da ricerche e studi in contesti nazionali ed internazionali. È un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari/intimi e coinvolge donne di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale, sia pure in forme e proporzioni differenti, provocando danni fisici e gravi conseguenze sulla salute.

La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne del 1993 nell'art.1, descrive la violenza contro le donne come «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata».

La violenza contro le donne è una violenza di genere riconosciuta oggi dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani che trova una pretesa giustificazione nella distorsione culturale della relazione affettiva tra uomo e donna, nella asimmetria di potere che un genere esercita sull' altro. 

 

Dati ISTAT 2014 hanno stimato che nel corso della propria vita poco meno di 7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila), quasi una su tre (31,5%), hanno subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale, dalle forme meno gravi come lo strattonamento o la molestia a quelle più gravi come il tentativo di strangolamento o lo stupro .

I partner attuali o gli ex sono prevalentemente gli autori delle violenze più gravi. 2 milioni e 800mila donne sono state vittime delle loro violenze: si tratta di poco più del 5%  delle donne con un partner attuale (855mila) e di quasi il 20% delle donne da parte di ex partner (2 milioni e 44mila).

Il 10,6% delle donne dichiara di aver subìto una qualche forma di violenza sessuale prima dei 16 anni ed è purtroppo in aumento la percentuale dei figli che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% al 69% tra il 2006 e il 2014) e di quelli che sono stati direttamente coinvolti (dal 15,9% al 24,6%). L’importanza di questo aspetto è testimoniata dalla relazione esplicita tra vittimizzazione vissuta e assistita da piccoli e comportamento violento: il tasso di violenza da partner attuale passa dal 5%  al 25%  se il partner ha assistito alla violenza del padre sulla propria madre, per arrivare al 36% se ha subito violenza fisica da parte dei genitori, in particolare dalla madre.

 

Le tipologie di maltrattamento riscontrate con più frequenza sono quelle relative a la violenza psicologica, fisica ed economica, mentre la violenza sessuale viene prevalentemente riferita nella forma di rapporti sessuali non consenzienti con il partner.

 

VIOLENZA FISICA

Ogni forma di intimidazione o azione in cui venga esercitata una violenza fisica su un’altra persona. Aggressioni fisiche che possono avvenire con contatto diretto (pugni, calci, botte, sputare, graffiare, mordere, afferrare, scuotere, immobilizzare, torcere, sbattere, provocare bruciature, soffocare, strangolare, lanciare oggetti, utilizzare armi) che lasciano tracce fisiche; oppure aggressioni senza contatto diretto come: avanzare minacciosamente e fare indietreggiare la vittima, anche facendola inciampare, mettere il proprio viso contro di lei ed urlarle in faccia, metterle una mano davanti al viso o fare il gesto di volerla picchiare, orientare il lancio d’oggetti scagliandoli contro la parete o contro di lei anche senza colpirla, distruggere oggetti o attaccare gli animali di casa. Aggressioni fisiche sono anche: immobilizzarla, chiuderla in una stanza, separarla dai figli, impedire l’accesso alla porta di casa, anche senza toccarla.

 

VIOLENZA PSICOLOGICA

Sono diversi i modi di condurre le aggressioni psicologiche attraverso le minacce e le intimidazioni, la violenza verbale, gli attacchi alla proprietà e ad oggetti legati alla vittima, gli abusi emozionali, le critiche continue e le umiliazioni, gli isolamenti, l’uso improprio dei figli, il controllo, la gelosia patologica, lo stalking.

 

VIOLENZA SESSUALE

Qualsiasi atto sessuale imposto, che avviene contro la volontà, che mina l’integrità sessuale di una donna, anche nel matrimonio o in una convivenza. L’abuso sessuale include qualsiasi atto sessuale indesiderato e l’essere costretti all’attività sessuale come (ma non è limitato a) toccare, baciare, accarezzare, penetrare ecc.. Essa prevede anche la possibilità di esposizioni alle malattie sessualmente trasmesse, a gravidanza forzata, l’esposizione forzata o la partecipazione a pornografia o l’induzione alla prostituzione. Esso comprende anche l’esposizione della donna a scherzi o battute a sfondo sessuale che la umiliano, oppure a false accuse di tipo sessuale.

 

VIOLENZA ECONOMICA

Qualsiasi ostacolo/negazione all’accesso alle risorse economiche che mini l’autonomia personale. L’abuso finanziario comprende il controllo o la limitazione dell’accesso alle risorse: esso può essere diretto alla fornitura di beni di prima necessità oppure alle spese mediche, del tempo libero per sé e per i figli. Comprende anche la disinformazione sul reddito familiare, il diniego all’accesso ai conti bancari oppure la coercizione a firmare documenti finanziari. Anche l’impedimento a cercare e/o mantenere l’occupazione, o a tenere un accesso indipendente al denaro costituiscono forme di violenza economica.