Depressione "Il male oscuro"

La Giornata sulla Depressione nasce con lo scopo di  dare informazioni corrette sulla natura della malattia depressiva e sui disturbi dell'umore in genere.

Molte persone sperimentano emozioni e sensazioni fortemente negative nell’arco della propria vita. Nel mondo si stima che circa 340 milioni di persone soffrano di depressione.

La fascia di età più colpita è quella compresa tra 30 e 49 anni.

Il disturbo depressivo è circa due volte più frequente tra le donne.

Nel corso degli ultimi anni la prevalenza della depressione è aumentata costantemente e allo stesso tempo l’età di insorgenza è diminuita.

Attualmente la  depressione  è considerata  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la seconda causa di disabilità nel panorama delle malattie fisiche e psicologiche, seconda solo all’infarto.
Sarebbero ben undici milioni gli italiani che assumono  farmaci antidepressivi. Sostanzialmente un malato su due è convinto di poter affrontare da solo questo disturbo dell'umore, ritenendo quindi inutile ricorrere ad una psicoterapia.

 

Depressione: cos'è

La depressione è una malattia che rientra nella categoria dei disturbi dell’umore ovvero tra quei disturbi che sono caratterizzati da un’alterazione patologica del tono dell’umore che crea marcato disagio psicologico oltre a problematiche nel funzionamento sociale e relazionale.

Quando si parla di un disturbo depressivo è importante sottolineare come non tutte le modificazioni del tono dell’umore sono da considerarsi patologiche. A tutti capita di provare, in alcuni momenti della propria vita, sentimenti come tristezza, sconforto, pessimismo. Essere tristi è normale e fa parte della vita. Ma in un soggetto sano queste sensazioni hanno breve durata.

I sintomi della depressione sono: pessimismo, diminuzione del desiderio sessuale, irritabilità, difficoltà di memoria (negli anziani questi deficit possono essere scambiati per demenza, infatti si parla di “pseudodemenza”), crisi di pianto, difficoltà a sorridere, ansia ed ipervigilanza.

La persona depressa non ha più voglia di prendersi cura di sé, di lavorare, di fare sport o di avere rapporti sessuali. Sente che manca la motivazione per fare qualsiasi cosa, e vede la vita come un’inutile fatica. La mattina è il momento peggiore per chi soffre di depressione. Ci si sveglia (molto presto!) già stanchi. La giornata da affrontare diventa una montagna da scalare.

La depressione  si presenta come una costellazione di sintomi: somatici (cefalea, astenia, stipsi, ecc.), cognitivi (pensieri disfunzionali), affettivi (umore depresso) e comportamentali (isolamento, riduzione delle attività).

sintomi somatici possono essere molteplici e riguardare organi diversi. Spesso l’umore depresso si accompagna a frequenti mal di testa o lombalgie, o ancora, a sintomi gastrointestinali.

Le emozioni che un depresso sperimenta sono in primis la tristezza e la disperazione, ma anche l’apatia e spesso  rabbia e l’irritabilità.

Per quel che riguarda i comportamenti, le persone depresse tendono ad isolarsi e a ridurre notevolmente le attività quotidiane, limitandosi a svolgere solo i “doveri” (ammesso che ci riescano) e tralasciando qualsiasi hobby, sport, impegno con gli amici, ecc. 
Possono inoltre manifestare comportamenti aggressivi, sia a livello verbale (insulti) che fisici (rompere oggetti, picchiare le persone)

 

Quali sono le cause della depressione?

La depressione va considerata un disturbo multifattoriale, pertanto vanno presi in considerazione i fattori genetici, piscosociali e biologici che ne sono causa.

Biologiche: Cambiamenti nella regolazione di alcuni neurotrasmettitori (serotonina e noradrenalina) sono presenti nelle persone che soffrono di depressione. L’abbassamento dei livelli di noradrenalina fa sì che vi sia una diminuzione dell’iniziativa, mentre l’abbassamento della serotonina causa disturbi del sonno, peggiora l’umore e aumenta i pensieri ossessivi e l’irritabilità.

Genetiche: studi sui gemelli mono e dizigotici e sulle adozioni confermano l’ipotesi della ereditabilità della depressione.Tale ereditabilità risulta però meno evidente per le forme lievi di depressione. Il disturbo depressivo è 2-3 volte più frequente tra i familiari di primo grado delle persone che ne soffrono, rispetto la popolazione generale; ovviamente è importante tenere presente che essere vulnerabili a un disturbo non vuol dire necessariamente svilupparlo.

Psicosociali: Il rischio di depressione è maggiore negli individui che presentano alcune variabili psicologiche (bassa autostima, scarse capacità di coping, difficoltà nella gestione dello stress, ecc.). E’ altrettanto vero che la depressione può essere preceduta da eventi stressanti, come lutti, separazioni, pensionamento, traslochi, problemi giudiziari, ecc. Esperienze di perdite precoci (lutti, abbandoni, trascuratezza) possono predisporre allo sviluppo di depressione.
Mentre il primo episodio depressivo può essere provocato da un evento stressante o traumatico, i successivi, in genere, non necessitano di alcun fattore scatenante e compaiono “dal nulla”, come se all’improvviso venisse premuto un interruttore e venisse spenta la luce.

 

Come si cura la depressione?

Negli ultimi anni sono stati individuati diversi tipi di trattamenti per la cura della depressione. Dagli studi scientifici emerge che attualmente le cure più efficaci per la depressione sono il trattamento farmacologico abbinato alla psicoterapia cognitivo-comportamentale.

La psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale rappresenta la soluzione più efficace per affrontare e superare il disturbo depressivo maggiore, in modo definitivo (Fonte: National Institute for Health and Clinical Excelence, NICE, 2011).
Secondo l’approccio cognitivista, i pensieri e le convinzioni negative su di sé, sul mondo e sul futuro hanno un ruolo chiave nell’esordio e nel mantenimento della depressione. Nella cura di questo disturbo, dunque, la terapia cognitivo-comportamentale si focalizza soprattutto sui modi in cui il soggetto interpreta gli eventi che accadono, vi reagisce e valuta sé stesso. Il terapeuta cognitivista si propone di aiutare il paziente a identificare e modificare i pensieri e le convinzioni negative che ha su se stesso, sul mondo e sul futuro, ricorrendo a specifiche tecniche. Il cambiamento nel modo di pensare porterà a una regolazione del tono dell’umore e a modificazioni dei sintomi, che a loro volta influiranno positivamente sui pensieri. Parallelamente a ciò si inserisce l’intervento terapeutico rispetto al comportamento quotidiano del paziente, attuando in maniera graduale specifici cambiamenti e procedendo in direzione inversa rispetto alla tendenza all’inattività e all’isolamento sociale indotta dal disturbo.